La psicopatologia nel periodo perinatale. Screening, diagnosi ed intervento

Docente ISPPE: Alessandra Bramante 

Abstract

La sofferenza psichica durante la gravidanza e il postpartum è un evento frequente che porta le mamme a chiudersi in sé stesse perché, anche se siamo nel 2019, è ancora troppo forte la vergogna che si prova a non vivere la maternità come un evento solo positivo e fonte di gioia. Ecco perché è importante che gli operatori che lavorano con le donne durante il percorso di maternità, siano in grado di identificare il loro disagio e permettere una tempestiva presa in carico della donna. La psicopatologia affligge una donna su cinque nel periodo perinatale, ecco perché questo argomento va conosciuto in modo approfondito nelle sue diverse faccettature, dal momento che ha conseguenze non solo sulla mamma, ma anche sul feto in gravidanza, sul bambino dopo il parto, sulla relazione madre-bambino e sul partner e l’intera famiglia.

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I Cerchi dei papà: un’esperienza diretta

Docente ISPPE: Anna Cardelli

Abstract

Per molti uomini la paternità è un momento della vita desiderato, per cui consapevolmente cercato e atteso con ansia, un obiettivo della vita che si realizza.
Per altri, invece, è qualcosa da rimandare, evitare, ma che, nel caso accada, viene integrato a fatica nella propria storia personale.
Per tutti, comunque, il riuscire a far nascere un bambino dentro di sé è un processo complesso e prevede la ricerca di un nuovo funzionamento.
Questo processo di riconoscimento di sé non più come “figlio”, ma anche come “padre” genera un cambiamento, e il più delle volte è proprio questa trasformazione a spaventare gli uomini.
Diventare padre, infatti, vuol dire acquisire una nuova identità, comporta una trasformazione: oltre a veder nascere il proprio bambino, l’uomo vede nascere anche un “nuovo sé”, nuovo a sè stesso, alla e per la propria compagna.
I padri, ancora oggi, non hanno piena consapevolezza delle trasformazioni emotive che l’esperienza della genitorialità porta con sé e sono molto spesso impreparati ad affrontare queste trasformazioni, non solo proprie, ma anche della compagna.  Inizialmente, infatti, alcuni strumenti per affrontare e superare alcune difficoltà, anche concrete, possono mancare nell’esperienza dei neo-padri.
Ma è un processo faticoso, che se vissuto e non evitato, può offrire l’opportunità di affrontare alcune tematiche personali di sviluppo e di crescita.
Tutti gli uomini, però, vivono esperienze emotive profonde in prossimità della nascita del proprio figlio, ma ciò che colpisce è che nessun uomo riesce davvero a raccontare di ciò che gli accade con qualcuno, neanche con la propria compagna.
È molto importante fare in modo che i padri arrivino a conquistare una nuova consapevolezza emotiva, permettendo loro di dare voce alle molte emozioni che si presentano nel loro mondo intrapsichico quando sopraggiunge la paternità.
In questo momento storico, però, mancano degli spazi sociali dove poter esprimere i propri vissuti relativi al percorso verso la paternità ed è facile, quindi, che alcuni uomini si trovino alle prese con alcune tappe e/o tematiche di questo cammino non affrontate e non esaurite precedentemente e, il più delle volte, ci trova ad avere dei modelli da non seguire, ma senza sapere dove trovarne degli altri.
Proprio per ovviare a questo vuoto e offrire ai neo-padri la possibilità di poter affrontare in un luogo protetto le difficoltà che si trovano a vivere in questo delicato percorso è nata l’esperienza dei “Cerchi dei Papà”, con l’obiettivo di permettere una “condivisione emotiva nei padri e di discutere di tutti gli stati nella trasformazione da uomo a padre.”

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Preconcepimento, concepimento, parto e puerperio

Docente ISPPE: Elena Cesari

Abstract

Lo studio delle cure alla donna in gravidanza, e, in particolare, al momento del parto è stato da sempre interesse di antropologi e studiosi degli aspetti socioculturali di una società; questo proprio perchè, in questo ambito delicato e intimo della vita di una donna e  di una coppia, spesso si riflettono i cardini di un determinato assetto societario.
L’ultimo secolo ha visto cambiamenti fondamentali che hanno influenzato la sessualità , la riproduzione e il modo di nascere degli individui. Esempi di questi cambiamenti sono stati la diffusione della contraccezione, l’incremento delle tecniche di riproduzione assistita, la medicalizzazione del parto.
Come ginecologa assisto ultimamente a un nuovo cambiamento: quello che Michel Odent chiama “industrializzazione della nascita”, un processo “meccanico” che parte dal concepimento e arriva al momento della nascita, scindendo sempre più questi “riti di passaggio” dall’aspetto emotivo  e corporeo che sono ricchi di gioia, dolore, sofferenza, delusione, euforia e molto altro e che segnano il nostro essere in maniera tale da renderci in qualche modo diversi dal prima.

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È nato: elementi di fisiologia del sonno infantile e di gestione del sonno in sicurezza in famiglia e fuori casa. Imprinting affettivo e pregiudizi culturali. Posizioni scientifiche a confronto.

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Docente ISPPE:  Alessandra Bortolotti

Abstract

I bambini fino almeno a tre anni di vita dormono in maniera nettamente diversa da quella degli adulti sia per qualità che per quantità di sonno. Nel nostro paese prevalgono norme culturali che tendono ad ignorare la norma biologica dell’essere umano e pertanto la fisiologia del sonno infantile stenta ad essere conosciuta e diffusa. La fisiologia del sonno può essere vista come un ponte che può servire a comprendere cosa ci comunica a livello affettivo un cucciolo d’uomo che non può usare le parole e la razionalità proprie degli adulti. Infatti, l’imprinting affettivo inizia in utero e il contatto rappresenta la sua forma più fruibile anche dopo la nascita. Sonno, alimentazione e contatto sono aspetti correlati in maniera molto stretta e non possono essere considerati singolarmente ma soltanto nella loro relazione processuale all’interno delle relazioni di cura in cui è inserito il piccolo. Anche la sicurezza nel sonno è un argomento molto discusso dagli esperti e necessita di continui aggiornamenti ai genitori volti ad minimizzare i fattori di rischio che possono contribuire al verificarsi di SIDS o SUID.
Il percorso si articola su 7 moduli che si sviluppano per un totale di 8 ore di formazione.

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